Ho ricevuto questo racconto da Laura Porciani, che come me (ma da molto più tempo), sta scavando nella storia alla ricerca di notizie sulla prigionia di un suo caro: suo padre.
Lo pubblico con estremo piacere ed invito tutti a mandarmi la propria testimonianza.
"Mio padre, Bruno Porciani, partì per il Nord Africa il 21 Dicembre 1941 e tornò, dall’Inghilterra dopo la prigionia, il 13 Marzo 1946.
Al momento del suo ritorno, io avevo solo 5 anni ed era la prima volta che lo vedevo.
Negli anni successivi nessuno, in casa, parlò mai di quel periodo bellico, quindi tutto ciò che riguardava la guerra e la prigionia vissuta da mio padre era, per me, totalmente sconosciuto.
Dieci anni fa, esattamente il 21 Ottobre 2005, mi capitò per puro caso di toccare con mano le lettere che mio padre scrisse, durante quegli anni, alla mia famiglia e che mia madre ha sempre conservato con molta cura.
Non saprei spiegare perché ma, toccando per la prima volta quei fogli di carta ingialliti, provai una forte emozione e tanta curiosità. Mi resi conto solo allora che sapevo molto poco su mio padre. Lui era taciturno e piuttosto autoritario, inoltre morì presto all’età di solo 52 anni.
La prime cose che mi colpirono, sfogliando voracemente quelle lettere, furono un indirizzo e la foto di una struttura della quale non avevo la minima idea di che cosa rappresentasse (in seguito scoprii con stupore che era un monumento dedicato a G. Marconi).
Scorrendo ancora qualche foglio mi convinsi che quelle lettere erano, per me, tutto un mondo da scoprire.
Iniziò così la mia ricerca, con molta passione e forte coinvolgimento. So che non sarà possibile trasferire tutte le sorprese, le emozioni, le speranze, le attese e anche qualche delusione vissuta in questi dieci anni, ma cercherò di condividere alcuni aspetti del mio lavoro.
Consultai Internet, decine di Ministeri, Archivi, Biblioteche e Musei ma, nel 2005, non si trovava molto, anzi direi niente, sui prigionieri Italiani in Inghilterra e le mie ricerche non furono certo facili.
Dai pochi nomi rilevati nelle lettere, speravo di poter rintracciare qualche ex Pow che fosse stato in quel Campo con mio padre e feci centinaia di telefonate, con qualche buon risultato.
La svolta importante ci fu quando cercai, via web, alcune mappe e documenti inglesi e trovai un sito riguardante l’area dove era stato il Campo 61 in Inghilterra: la Contea di Gloucesterschire. Non trovai nulla, che si riferisse alla guerra e ai prigionieri Italiani, ma contattai il gestore di questo sito per chiedere informazioni. Mi iscrissi al Forum ed ottenni risultati molto incoraggianti tanto da suggerirmi di andare, una prima volta, direttamente a Coleford, dove, nei suoi dintorni, era stato eretto il Campo 61.
Ci fu un susseguirsi di scoperte ed emozioni che non avrei mai potuto immaginare. Da allora ho avuto modo di allargare il fronte delle mie ricerche e di avere molti contatti anche in Italia.
Anche il sito “Comitato Marconi” è stato importante per le mie ricerche anzi le primissime informazioni le ho trovate proprio li.
In seguito ho voluto fissare nel tempo ciò che è stata questa mia ricerca scrivendo il libro “Da El Alamein a Marconi”.
Ho avuto il piacere di essere stata invitata sia nel 2010 al “Festival della Parola”di Coleford che nel 2012 nella Sala Consiliare di Sasso Marconi per presentare il libro e il mio lavoro di ricerca.
Il libro è stato tradotto in inglese da un professore di storia, in pensione, da sempre residente nelle vicinanze di Coleford.
Purtroppo quel grande monumento, preso come punto di riferimento per la Città e ancora oggi ricordato dai più anziani, non esiste più. Nonostante i contributi offerti dall’Italia per il restauro e la conservazione, è stato demolito definitivamente nel 1977. Anche per alcuni reperti del monumento rimasti, in case private, non mi è stato possibile farli raccogliere in un museo.
Ricordare quest’opera solo con qualche foto e qualche descrizione mi sembrava insufficiente. Per il giorno di Natale 2014, in occasione del 70° anniversario della inaugurazione che avvenne il 25 Dicembre1944, mio marito, dopo 2 anni di lavoro, ha terminato la costruzione di un modello in scala 1/10 di quella grande opera che fu progettata e diretta nei lavori da mio padre e che fu realizzata dai prigionieri Italiani, all’interno del Campo 61.
Adesso con il modello in legno (L=120cm A=100cm P=60cm) corredato di foto, documenti ed altro, vorrei poter allestire, in ambiente adeguato, un piccolo spazio per ricordare e far conoscere, anche ai nostri nipoti, come quei giovani ragazzi, lontani dai propri cari e in terra nemica, vissero e superarono, con la forza di volontà, l’ingegno, l’arte e l’amore per la propria Patria, momenti tanto difficili e incerti.
Oggi continuo, questa ricerca con la speranza di ottenere ulteriori contatti e informazioni.
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