Giovanni AGNESCapo Cannoniere Telemetrista di 1a Classe
Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria
Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria
Capo telemetrista di incrociatore leggero in fase di affondamento dopo aspro, impari combattimento sostenuto contro forze navali preponderanti, mentre l'equipaggio - in obbedienza all'ordine impartito - abbandonava la nave, incurante del rischio cui si esponeva e con sereno sprezzo del pericolo, rimaneva a bordo per soccorrere un suo Ufficiale gravemente ferito.
Trattolo a salvamento superando ardue difficoltà e riportando dolorosissime ustioni, animato da altissimo senso del dovere tornava in plancia, tra le fiamme degli incendi e lo scoppio delle granate, per distruggere pubblicazioni segrete abbandonate da un morente.Travolto in mare con l'unità che, nuovamente colpita, si capovolgeva inabbissandosi, veniva raccolto dall'avversario.
Costretto in campo di prigionia, nel generoso tentativo di facilitare l'evasione di un gruppo di audaci penetrava, consapevole del gravissimo rischio, in un lungo cunicolo sotterraneo per riattivarne la circolazione dell'aria, ed immolava, nel generoso tentativo, la nobile esistenza, che tante volte aveva votato al dovere oltre ogni limite.
Mirabile esempio di eroica abnegazione e di alte virtù militari.
Mare di Candia, 19 luglio 1940 - Ranghar (India), 29 ottobre 1941
Trattolo a salvamento superando ardue difficoltà e riportando dolorosissime ustioni, animato da altissimo senso del dovere tornava in plancia, tra le fiamme degli incendi e lo scoppio delle granate, per distruggere pubblicazioni segrete abbandonate da un morente.Travolto in mare con l'unità che, nuovamente colpita, si capovolgeva inabbissandosi, veniva raccolto dall'avversario.
Costretto in campo di prigionia, nel generoso tentativo di facilitare l'evasione di un gruppo di audaci penetrava, consapevole del gravissimo rischio, in un lungo cunicolo sotterraneo per riattivarne la circolazione dell'aria, ed immolava, nel generoso tentativo, la nobile esistenza, che tante volte aveva votato al dovere oltre ogni limite.
Mirabile esempio di eroica abnegazione e di alte virtù militari.
Mare di Candia, 19 luglio 1940 - Ranghar (India), 29 ottobre 1941
Nacque a Rovescala (Pavia) il 30 novembre 1906. Volontario nella Regia Marina dall'aprile 1923 ed assegnato alla categoria Cannonieri Telemetristi, nel dicembre dello stesso anno conseguì la nomina a Comune di 1a Classe. Al termine del Corso imbarcò su nave da battaglia.
Dall'aprile 1928, dopo la frequenza del Corso "I.G.P." e la promozione a 2° Capo, imbarcò sull'incrociatore Trieste a nel giugno del 1932, nel grado di Capo di 3a Classe, sull'incrociatore Bartolomeo Colleoni sul quale conseguì poi la promozione a Capo di 1a Classe. Il 19 giugno 1940 - nello scontro navale avvenuto a circa 6 miglia da Capo Spada (Creta) tra la 2a Divisione Incrociatori (Giovanni delle Bande Nere e Bartolomeo Colleoni) ed una formazione navale inglese composta dall'incrociatore Sidney a dai cacciatorpediniere Hyperion, Ilex, Hero, Hasty e Havoc, - nel quale il Bartolomeo Colleoni, ripetutamente colpito dal tiro nemico in parti vitali, con incendio a bordo ed immobilizzato, fu affondato poi con siluri lanciati dai cacciatorpediniere Hyperion ed Ilex, - rimase serenamente al suo posto di combattimento. Nella fase di affondamento dell'unità e dopo l'ordine di abbandono della stessa, rimaneva a bordo per soccorrere un suo ufficiale gravemente ferito e, trattolo a salvamento, superando incredibili difficoltà sulla nave in fiamme e riportando dolorose ustioni, ritornava in plancia, tra le fiamme degli incendi e lo scoppio delle granate, per distruggere le pubblicazioni segrete abbandonate da un morente.
Dall'aprile 1928, dopo la frequenza del Corso "I.G.P." e la promozione a 2° Capo, imbarcò sull'incrociatore Trieste a nel giugno del 1932, nel grado di Capo di 3a Classe, sull'incrociatore Bartolomeo Colleoni sul quale conseguì poi la promozione a Capo di 1a Classe. Il 19 giugno 1940 - nello scontro navale avvenuto a circa 6 miglia da Capo Spada (Creta) tra la 2a Divisione Incrociatori (Giovanni delle Bande Nere e Bartolomeo Colleoni) ed una formazione navale inglese composta dall'incrociatore Sidney a dai cacciatorpediniere Hyperion, Ilex, Hero, Hasty e Havoc, - nel quale il Bartolomeo Colleoni, ripetutamente colpito dal tiro nemico in parti vitali, con incendio a bordo ed immobilizzato, fu affondato poi con siluri lanciati dai cacciatorpediniere Hyperion ed Ilex, - rimase serenamente al suo posto di combattimento. Nella fase di affondamento dell'unità e dopo l'ordine di abbandono della stessa, rimaneva a bordo per soccorrere un suo ufficiale gravemente ferito e, trattolo a salvamento, superando incredibili difficoltà sulla nave in fiamme e riportando dolorose ustioni, ritornava in plancia, tra le fiamme degli incendi e lo scoppio delle granate, per distruggere le pubblicazioni segrete abbandonate da un morente.
Travolto in mare con l'unità che, nuovamente colpita, si capovolgeva, veniva raccolto dal nemico e condotto in un campo di prigionia a Ranghar (India) dove l'anno successivo, nel generoso tentativo di facilitare l'evasione di un gruppo di connazionali, si introduceva in un lungo cunicolo sotterraneo con l'intento di riattivare la circolazione dell'aria, decedendo per asfissia il 29 ottobre 1941.
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